Come parlare di HIV: quando le parole fanno la differenza (e non solo per i click)
Le linee guida UNAIDS e il giornalismo che non ce la fa a farcela
Io sono Marco e questa è Diritti Sessuali per prenderci cura della nostra salute sessuale, insieme.
Per questa volta pensavo di cavarmela con qualcosa di semplice: riassumere le nuove linee guida UNAIDS sulla terminologia corretta per parlare di HIV.
Proprio ieri mattina però quella cloaca di Fanpage pubblica un articolo sull’HIV. Cloaca perché non mi vengono altre parole: non basta pubblicare un’inchiesta sul fascismo dentro Gioventù Nazionale per convincermi che Fanpage non abbia come unico obiettivo l’indignazione prêt-à-porter per avere visualizzazioni e click.
L’inganno che forse non c’era
Il titolo dell’articolo è questo: “mio ex non ha detto che era sieropositivo e mi ha contagiata”: Alessia ha contratto l’hiv con l’inganno.
Ma non è chiaro qual sia l’inganno. L’uomo le aveva mentito dicendo di essere HIV negativo? Non ci è dato sapere. La giornalista non ce lo dice.
Sappiamo solo che l’uomo aveva smesso di assumere la terapia. Come ormai assodato, le persone con HIV in terapia non trasmettono il virus, anche con rapporti sessuali senza preservativo.
È dunque fondamentale che chi vive con HIV sia aderente alla terapia.
Non voglio giustificare la condotta dell’uomo e il tribunale l’ha già condannato, ma mi chiedo: cosa possiamo fare come community affinché chi vive con HIV sia costante nell’assunzione dei farmaci?
Articoli come quello non aiutano, insieme a tanti altri che parlano di untori HIV. Come possiamo pretendere che una persona che vive con HIV si senta a suo agio se la retorica è quella della persona con il viso oscurato?
Come possiamo pretendere che le persone vadano a testarsi se questo tipo di narrazione passa il messaggio che diagnosi di HIV=vita nell’ombra?
La storia di Alessia mi sembra quella tante coppie eterosessuali:
non si usa il preservativo, non ci si testa prima dei rapporti, forse si spera nella botta di culo, forse non ci pensa neppure all’HIV perché tanto quella roba la contraggono solo i froci e le puttane.
I dati italiani nel 2022 ci confermano infatti le diagnosi tardive sono soprattutto tra maschi eterosessuali.
Ritornando all’inganno: non è forse arrivato il momento dove ognuno di noi la smetta di delegare la responsabilità della propria salute a qualcun’altrə?
A me sembra chiaro che Alessia non sia la persona giusta per parlare di HIV. Ne ha tutto il diritto: è la sua storia, può raccontarla come vuole e non deve per forza essere l’esperta che tiene conferenze.
Ma è qui che entra in gioco l’etica giornalistica: è opportuno dare spazio a qualsiasi tipo di testimonianza solo perché tutto fa brodo (e click!)?
Per me no.
Che parole da usare per parlare di HIV
Se vai di fretta, ti lascio un bel post di Anlaids.
Ma ti consiglio di approfondire con le linee guida UNAIDS. Ti cito solo tre espressioni che secondo vale la pena sapere:
Persona che vive con HIV è meglio di sieropositivə
Persona che vive con HIV riconosce la persona nella sua interezza e non la riduce alla sua condizione medica. Questo approccio promuove il rispetto e la dignità, evitando la stigmatizzazione e la disumanizzazione. Al contrario, il termine sieropositivə è legato all’alone viola. Inoltre è impreciso: sieropositivə significa semplicemente che si è positivə a un test che rileva gli anticorpi per un virus/batterio.
Risposta all’HIV meglio di lotta all’HIV
Risposta all’HIV è preferibile perché rimanda a un'azione collettiva di governi, comunità e persone che si impegnano per la prevenzione, la cura reciproca e la ricerca. Con lotta, invece, si può correre il rischio di identificare la lotta all’HIV con le persone che ci convivono.
Popolazioni chiave meglio di categorie a rischio
Popolazioni chiave riconosce il ruolo centrale di questi gruppi nella risposta all'HIV, sottolineando la necessità di interventi specifici. Questo termine evita di etichettare le persone come intrinsecamente "a rischio". Inoltre, utilizzando popolazioni chiave riconosciamo che il rischio è una conseguenza di determinate situazioni sociali, economiche e culturali.
Se ti interessa una formazione sulla prevenzione HIV, mi puoi scrivere o contattare le associazioni, che fanno corsi anche specifici per i giornalisti, come quello della LILA.
Non è buonismo: è cambiare il mondo
Quando si propone di cambiare il modo in cui si dicono le cose, la risposta è spesso “si è sempre fatto così! che buonismo inutile!” (un resoconto sul linguaggio inclusivo lo trovi qui e qui).
Capisco le reticenze: cambiare non piace a nessunə e l’abitudine è una brutta bestia, ma di tutto mi si può accusare che di buonismo. Ho letteralmente tatuato una bestemmia sul petto. Fate voi.
Proviamo a usare le parole giuste non tanto per fare la figura di quellə buonə, ma perché al momento le parole sono l’unico strumento che abbiamo: non siamo enti internazionali o case farmaceutiche che, se volessero davvero, darebbero la terapia HIV ai 9.2 milioni di persone che non ne hanno accesso.
Siamo solo dei poverə stronzə come tuttə, a cui piacere credere che parola dopo parola, accortezza dopo accortezza, si possa rivoluzionare questo mondo di merda.
🔥 Prevenzione HIV & Infezioni sessualmente trasmissibili (IST)
DoxyPEP: anche l’ufficio europeo dell’International Union against Sexually Transmitted Infections (IUSTI) rilascia delle linee guida
Sono abbastanza caute, consigliando di prescriverla alle persone più a esposte, che devono essere ben informate sui possibili rischi di antibioticoresistenza (IUSTI Europe)
IST e giovani adolescenti: una guida per lə pediatrə
Molto responsabile la scelta della Società Italiana di Pediatria Preventiva di dedicare un articolo alle IST, visto che può capitare che unə ragazzə intorno ai 12/13 anni abbia già rapporti (rivista SIPPS)
Conferenza mondiale AIDS a Monaco (AIDS2024): si può protestare per i diritti di chi vive con HIV, delle persone LGBT+ e contro ogni discriminazione e ingiustizia?
Il direttore delle pubbliche relazioni dice di sì perché fa parte di questo tipo di conferenze, ma rimane abbastanza vago quando gli viene chiesto se le autorità tedesche potrebbero arrestare o non dare il visto a chi supporta la Palestina (The body).
Vaccino HPV gratis in Toscana per le donne fino ai 30 anni (QS)
Sostieni la newsletter
Se ti piace come lavoro, puoi offrimi una birra su Paypal e aiutare il mio progetto.
Se sei un’azienda o un liberə professionista e ti ritrovi nei valori di Diritti sessuali, puoi sponsorizzare la newsletter.
👨🔬 Sanità
Da ottobre l’8% della popolazione di Gaza è stata uccisa da Israele
La rivista scientifica The Lancet prende posizione. Lo fa anche solo con numeri. Come si fa a non chiamarlo genocidio? (The Lancet)
Tassare i medici di base sugli antibiotici per contrastare l’uso scorretto: la proposta di tre economisti britannici
Hanno analizzato le vendite di antibiotici nelle farmacie britanniche raccolti negli ultimi dieci anni e hanno concluso che una tassa del 20% ridurrebbe l’uso complessivo di questi farmaci del 12,7% (Qui finanza)
Online la bozza per migliorare l’inclusività negli studi clinici negli USA
E’ stata scritta dall’ente regolatore del farmaco (FDA) e chiunque la può commentare
Farmindustria: “Bisogna avere il coraggio di rivedere completamente la proposta europea che indebolisce la proprietà intellettuale”
Scemo io a credere che non dovrebbe esistere proprietà intellettuale per i farmaci (Health Desk)
👠Femminismi & Diritti per tuttə
Cos'è l’asessualità
Essere asessuale significa non fidanzarsi, non avere rapporti, odiare il sesso o avere un disturbo sessuale? Assolutamente NO! (video su youtube)
Palestina Queer: esistenza è resistenza
Un dialogo con Elias Wakeem, performer, artista e attivista queer palestinese (video in inglese)
Corso di formazione a Berlino per attiviste transfemminili
Scade il 21 luglio. Candidati subito!
Gestazione per altrə (GPA) reato universale ? Un ddl vessatorio (non solo per le coppie gay)
Già approvato anche dalla Camera, passa ora al vaglio del Senato. Attualmente la GPA è però già un reato in Italia, punibile con due anni di reclusione (True news)
⭐Una cosa pazzeska: Io ti includo di Romina Falconi
Io sono Marco, sostenitore entusiasta della libertà sessuale. Cofondatore di PrEP in Italia, membro di EATG, content creator, formatore e operatore alla pari. Per due chiacchiere mi trovi su Instagram
In fondo la persona con HIV è un po’ come la persona con disabilità, l’accento va sul soggetto e non sulla condizione che finisce per definire in toto il soggetto. Grazie, mi è piaciuta molto questa uscita. Poi “Io ti includo” magnifica, chettelodicoaffà.