L'antibiotico-resistenza e la responsabilità di tuttə noi
Quando usare la DoxyPEP e come si curano le IST batteriche
Per chi già c’era, alcune cose saranno scontate: della DoxyPEP ne ho infatti già parlato in una recente newsletter. Un veloce riassunto:
La DoxyPEP consiste nell’assumere 200mg di doxyciclina entro 72 ore da un rapporto senza preservativo per ridurre del 70/80% la possibilità di contrarre clamidia e sifilide e del 50% la gonorrea. PEP sta per profilassi post esposizione, perché si assume solo dopo essersi esportə a un rapporto a rischio.
Al momento gli studi ne dimostrano l’efficacia solo nei maschi che fanno sesso con maschi (MSM) e nelle donne trans. Visto che generalmente MSM e donne trans hanno il pene, mi sento di estendere l’efficacia anche ai maschi cis etero e a chiunque abbia il pene.
Clamidia, gonorrea e sifilide sono infezioni batteriche e la doxyciclina è un antibiotico. Mi sembra dunque giusto riflettere insieme su come comportarci con questo nuovo strumento di prevenzione, anche in considerazione dell’antibiotico-resistenza. Ma andiamo con ordine.
Cosa sono i batteri e qual è la differenza con i virus
I batteri sono formati da una sola cellula, si riproducono in autonomia, vivono sia all’interno che all’esterno di un organismo e si diffondono per via aerea o tramite contatto, penetrazione o sesso orale. I batteri non sono tutti cattivi: basta pensare a quelli che abbiamo nell’intestino.
Nonostante le vie di trasmissione e i sintomi siano spesso simili, i virus sono diversi dai batteri. I virus infatti
sono microorganismi molto più piccoli, composti da materiale genetico ricoperto da un involucro di proteine chiamato capside;
non sono in grado di riprodursi autonomamente e per farlo devono entrare dentro a organismi viventi.
Essendo due cose diverse, si curano con farmaci diversi. I virus con gli antivirali, i batteri con gli antibiotici.
L’antibiotico-resistenza
La scoperta degli antibiotici risale solo al secolo scorso (c’è anche lo zampino di un italiano) e ha rivoluzionato la sanità pubblica, permettendo di curare polmoniti, setticemie e infezioni intestinali che prima erano spesso mortali.
Ma come tutte le cose belle, anche gli antibiotici potrebbero non durare per sempre. A causa della resistenza intrinseca e dell’uso inappropriato negli uomini e negli animali, stanno infatti aumentando i casi di antibiotico-resistenza (a volte anche chiamata AMR, Antimicrobial resistance): il processo per cui i batteri divengono resistenti a quegli stessi antibiotici che una volta erano in grado di sconfiggerli (le FAQ del Ministero).
Si stima che ogni anno in Europa muoiano 35mila persone (con Italia, Grecia e Romani in testa!) a causa d’infezioni batteriche che non possono essere curate proprio perché gli antibiotici sono diventanti resistenti. Le autorità sanitarie sono in allerta e ogni novembre c’è la giornata mondiale della consapevolezza sull’antibiotico-resistenza.
Tre sono i punti della strategia per contrastare questo fenomeno:
promuovere un uso prudente di antibiotici. La resistenza è direttamente collegata al loro uso eccessivo o sbagliato: ad esempio interrompere le cure perché sono passati i sintomi;
applicare buone pratiche di controllo delle infezioni: igiene personale, screening e isolamento dellə pazienti negli ospedali e i vaccini per alcune infezioni batteriche, gratuiti per le nuovə natə e consigliati a chi ha più di 65 anni o con determinate patologie;
sviluppare nuovi antibiotici, come il zosurabalpin o zoliflodacina per la gonorrea.
La responsabilità di tuttə, non sono dellə pazienti
Proprio lo scorso novembre è uscito lo spot dove Francesca Fagnani tira le orecchie a un povero cristo perché non ha usato nel modo corretto gli antibiotici. Ma ha pestato i piedi al capricorno sbagliato: perché mo’ sono io a tirare le orecchie a lei.
Il messaggio dello spot è chiaramente sensato: assumere antibiotici solo con la prescrizione di unə medicə. Ma come lo dice? Fagnagni ci faccia sempre molto ridere quando intervista Pamela Prati, ma siamo sicurə che sgridare lə pazienti sia la strada giusta ?
Il rapporto AIFA sull’uso degli antibiotici in Italia (pag 22) sottolinea infatti che in medicina generale le prescrizioni inappropriate di antibiotici superano il 24%, per condizioni cliniche come influenza, raffreddore comune e faringite.
Questo significa che se noi pazienti siamo un po’ stronzə a prendiamo a caso il primo antibiotico che abbiamo nella dispensa, pure lə medichə non scherzano.
In quattro anni che mi occupo di salute sessuale, mi è spesso capitato che lə medichə di base prescrivessero l’antibiotico sbagliato per curare le infezioni sessualmente trasmissibili (IST). L’ultimo è stato un medico che ha dato l’Augmentin per una sifilide, quando è risaputo che per la sifilide primaria e secondaria serve un’iniezione di penicillina (ma ne parliamo più sotto).
Ma non è questione d’incriminare. È questione che ognuno di noi si deve prendere il suo pezzettino di responsabilità:
le medichə hanno il dovere di aggiornarsi su quali sono le terapie più indicate (in medicalese terapia d’elezione);
noi pazienti dobbiamo portare pazienza: a volte basta aspettare che il raffreddore passi.
Doxy-PEP & antibiotico-resistenza
Sulla DoxyPEP è uscito un lungo articolo su POZ. Sintetizzo i punti più interessanti:
La Doxy-PEP è generalmente sicura e ben tollerata dal corpo, ma può causare fotosensibilità: le persone che la usano devono evitare la luce solare diretta e mettere la crema solare. Chi è incintə non deve usarla perché può causare problemi al feto;
l'uso frequente di Doxy-PEP potrebbe disturbare il microbiota, l'ecosistema dei batteri “buoni” che vivono nel nostro corpo e questo rischio andrà monitorato attentamente;
Rassicurano i primi risultati sull’antibiotico-resistenza nella DoxyPEP, ma ulteriori analisi sono in corso;
La DoxyPEP sarà probabilmente meno efficace in paesi dove la gonorrea è altamente resistente agli antibiotici tetraciclinici, come la doxyciclina appunto;
la doxiciclina è ampiamente utilizzata per il trattamento dell'acne e per la prevenzione della malaria e della malattia di Lyme, e questo non sembra aver portato alla resistenza. Inoltre l’uso dopo i rapporti sessuali sarebbe nettamente inferiore rispetto a quello negli ospedali e nell'industria della carne;
la DoxyPEP potrebbe ridurre l'uso di antibiotici. Negli studi, infatti, lə partecipanti che la assumevano hanno utilizzato meno ceftriaxone (la terapia d’elezione per la gonorrea), mentre quellə che non la assumevano hanno passato grande parte dello studio in trattamento antibiotico perché continuavano a contrarre IST.
Come usare la DoxyPEP
Lungi da me dirti cosa fare della tua vita e della tua salute. Però posso consigliarti alcune cose, integrando la precedente newsletter e usando un po’ il buon senso (spero):
innanzitutto valuta il vaccino del meningococco B che riduce del 30/40% il rischio di contrarre gonorrea, in tutte le identità di genere e in tutti i tipi di corpi;
non credo abbia senso assumere la DoxyPEP dopo rapporti orali non protetti da preservativo/oral dam: rimane uno strumento per chi fa il sesso penetrativo senza strumenti di barriera;
se ti capita di fare sesso senza preservativo, valuta prima di tutto la PrEP: il farmaco e il protocollo sanitario per proteggersi dall’HIV. Adesso è gratuita e i centri PrEP credo (e spero) siano in grado di consigliarti anche sulla DoxyPEP, ovviamente se hai un pene perché come abbiamo visto al momento sembra non efficace per chi ha la vulva;
La doxyciclina in Italia è un farmaco che richiede la prescrizione e dubito che lə medichə di base sappiano che si possa usare anche come prevenzione per clamidia, sifilide e gonorrea: consiglio di fare riferimento ai centri PrEP;
se ogni weekend vai all’illumined o fai sesso di gruppo, mi sembra esagerato assumerla ogni fine settimana. Valutala ogni 3/4 mesi;
se vai una settimana in vacanza e sai che farei sesso tutti i giorni, forse ha invece senso prenderla tutti i giorni per questo breve periodo (in questo caso 100mg al giorno);
se fai sesso ogni 5/6 mesi, ci può stare prenderla il giorno seguente (200mg in questo caso).
Come si curano sifilide, gonorrea e clamidia
Come sempre sono stato prolisso, ma ci tenevo a essere il più chiaro possibile. Concludo appoggiandoti qui sotto le terapie d’elezione per curare sifilide, gonorrea e clamidia. Vengono dal Manuale antibiotici AWaRe, un mega volume dell’OMS dove gli antibiotici per curare le infezioni più comuni vengono classificati in base all’antibiotico-resistenza:
Access - antibiotici che hanno uno spettro di attività ristretto e un buon profilo di sicurezza;
Watch - antibiotici a spettro d’azione più ampio, raccomandati come opzioni di prima scelta solo per particolari condizioni cliniche;
Reserve - antibiotici da riservare al trattamento delle infezioni da germi multiresistenti.
Non te le giro per farti curare in autonomia le IST, ma per aiutarti a essere più consapevole quando ti confronti con le mediche di base o nei centri IST.
Come sempre rimango a disposizione per ogni dubbi e se questo post ti è stato utile, puoi finanziare il mio progetto!
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