L’abbiamo pensato tuttə prima o poi: se fai tantissimo sesso con partner sempre diversə, sei più espostə al rischio di contrarre un’infezione sessualmente trasmissibile (IST).
Ha una sua logica, ma ti pongo una domanda semplice semplice: quanti rapporti sessuali servono per prendersi un’IST?
Anche la risposta è semplice semplice: ne basta uno.
Puoi far sesso con sconosciutə in tutti gli autogrill d’Italia (fortunanellə) e avere la botta di culo di non prenderti niente; oppure può capitarti la sfiga di contrarre una gonorrea (per dirne una eh) con un unico rapporto in un anno. Infezione per altro spesso asintomatica e se non trattata può portare anche all’infertilità.
Non è terrorismo psicologico, anche perché oggi abbiamo tutti gli strumenti per prevenire le IST, come preservativo (sia per peni che per vagine) e per alcune anche i vaccini.
Ma la prevenzione la si fa anche ammettendo che in pochissime persone usano protezioni nel sesso orale, perché succhiare “la plastica” semplicemente non piace.
E il sesso orale è a rischio IST, tranne che per HIV dove se non c’è ingoio è davvero trascurabile.
Allora che fare? Smettiamo di fare pompini e leccare vulve così non ci prendiamo nessuna infezione?
Ma no amo: basta testarsi!
Dalla mia esperienza personale (che non fa statistica ovviamente) le persone che fanno tanto sesso, con tante persone e spesso non protetto si sono vaccinate per tutti i vaccini a disposizione e si testano periodicamente.
A differenza della popolazione generale che, invece, spesso non si testa perché loro le orge mica le fanno.
Se invece tuttə ci testassimo a prescindere dal numero di rapporti, potremmo iniziare subito il trattamento farmacologico in caso di positività al test, avvisare lə partner e fermano la catena dei contagi.
E questo sarebbe un guadagno sia per la salute comunitaria sia per quella mentale e fisica della singola persona. Cito unə amicə che ha detto una cosa volgare ma molto vera:
Da quando mi testo ogni 6 mesi per le IST, bevo la sborra con molto più gusto
Possiamo allora dirlo a gran voce e con orgoglio:
Le brave ragazze andranno anche in paradiso, ma le cattive ragazze vanno a testarsi per HIV/IST
Sii responsabile
Sii una cattiva ragazza
Facile dire testati, ma che test bisogna fare per le IST più diffuse?
HIV e sifilide: prelievo del sangue o test capillare (esiste anche quello combinato: una goccia di sangue e in un minuto hai il risultato per entrambe le infezioni)
Clamidia e gonorrea: tampone anale e orale. Per il pene bastano le urine, per la vulva è più performante il tampone
Epatite B e C: prelievo del sangue o test capillare (ma per la B non ha senso testarsi se sei vaccinatə. Al massimo una conta degli anticorpi per vedere se ce li hai ancora e nel caso rifare il richiamo del vaccino).
Dell’HPV ne parliamo un’altra volta: non sono informato a sufficienza e non vorrei sparare minchiate.
Facile dire testati ma dove ci si testa?
Ho preparato una paginetta apposta. Non è un elenco esaustivo, ma è già qualcosa
E da oggi due importanti novità:
Test HIV gratuiti nelle case di quartiere di Brindisi
Test HIV gratuiti ogni lunedì a Napoli
Facile dire testati, ma ogni quanto bisogna testarsi?
Come dice Rodolfo/ sexotan_gocce su Instagram
Se abbiamo rapporti occasionali sarebbe meglio eseguire dei controlli ogni 6 mesi. In questo tempo qualsiasi IST (compresa HIV) non ha avuto modo di farci danni all’organismo e possiamo curarla adeguatamente (e nella maggior parte dei casi anche guarirne rapidamente).
Se ci troviamo in una relazione chiusa allora ha senso che fare un test a 45 giorni dall’ultimo rischio con altre persone. Questo periodo serve ad avere un risultato realmente negativo dei test. A quel punto possiamo decidere di smettere di utilizzare la protezione del preservativo (a nostro piacimento, naturalmente) e non vi è più la necessità di fare ulteriori test. Almeno fino a quando la relazione continuerà a essere chiusa.
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Riduzione del rischio: Uno studio francese sulle stanze di consumo di droga (drug consumption rooms - DCR) a Parigi e Strasburgo - dove le persone si iniettano droghe in sicurezza - mostra meno overdose, meno siringhe condivise e meno criminalità, rispetto alle città senza DCR.
Farmaci per tuttə: la Commissione Europa propone una modifica mercato unico europeo dei farmaci.
Fanno giustamente discutere gli incentivi a chi troverà nuovi antibiotici.
Ogni nuovo antibiotico sarà premiato con un ulteriore anno di proroga del monopolio commerciale, un «voucher» che potrà essere trasferito su un altro farmaco e anche venduto da un produttore all’altro. È una delle concessioni alle lobby. I voucher saranno solo 10 in 15 anni ma associazioni di pazienti e Ong ne contestano il principio: «Potrebbe prolungare i monopoli farmaceutici, bloccare la concorrenza dei generici e rallentare l’accesso a farmaci nuovi e meno costosi», dice Dimitri Eynikel, portavoce di Medici Senza Frontiere per le istituzioni europee. (Il Manifesto / Euroactiv)
Non vedo cosa ci sia scandaloso nel premiare l'impegno