Condilomi anogenitali: uno studio italiano mostra la diminuzione delle diagnosi negli ultimi 10 anni
Un risultato che conferma l'efficacia del vaccino HPV
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L'Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma ha condotto uno studio che ha esaminato le diagnosi di condilomi anogenitali e i dati sociodemografici dei pazienti e delle pazienti dal 1991 al 2022. Questo è stato uno studio retrospettivo: le ricercatrici hanno “guardato indietro nel tempo”, analizzando i dati già raccolti in passato (come le cartelle cliniche).
Sappiamo che i condilomi anogenitali sono causati dall’HPV, un virus con oltre 200 ceppi identificati.
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Per capire come le diagnosi di condilomi siano cambiate nel tempo, sia in generale che per specifici gruppi, il team di ricerca del San Gallicano ha usato l'analisi Joinpoint, un metodo statistico che individua il momento in cui una tendenza cambia intensità in modo importante.
In trent’anni sono stati diagnosticati 9781 casi di condilomi anogenitali, di cui il 61,9% in uomini che hanno rapporti con donne. La maggior parte delle diagnosi ha riguardato persone con un solo partner recente (52,0%) e senza precedenti infezioni sessualmente trasmissibili (87,8%).
Questa è la conferma che le infezioni riguardano tutte le persone, al di là del numero di persone con cui facciamo sesso. È particolarmente vero per infezioni come l'HPV, la cui trasmissione avviene per contatto diretto: in questi casi, il preservativo diminuisce il rischio di contagio, ma non può annullarlo completamente.
L'andamento delle diagnosi ha raggiungo il suo picco nel 2023, a cui è seguito un calo significato, soprattutto nelle donne che fanno sesso con maschi con età inferiore ai 24 anni. Una fascia d’età che include anche chi ha ricevuto il vaccino per l’HPV.

I dati retrospettivi del San Gallicano si aggiungono a tanti altri studi che confermano l'efficacia del vaccino HPV, rendendo ancora più evidente l'importanza di vaccinare tutte le persone, a partire dalla pre adolescenza.

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