Questo manuale di Sanità Pubblica contiene informazioni sbagliate sulla prevenzione HIV 📚
E noi le smontiamo pezzo per pezzo
Il manuale è quello di Igiene e Salute Pubblica edito da Carocci. È un librone di più di 600 pagine che tratta dei servizi e delle strategie per tutelare la salute collettiva e per prevenire malattie croniche e infezioni come l’HIV. Ed è qui che casca l’asino.
Ma prima due premesse fondamentali:
gli autori Paolo Bonanni, Guglielmo Bonaccorsi e Gavino Maciocco sono professori dell’Università di Firenze. Bonaccorsi nella bibliografia del suo corso d’Igiene consiglia il manuale (è citata l’edizione precedente del 2011: molto probabilmente perché la pagina web è aggiornata al 2015). È un libro scritto da professionisti della salute e rivolto a chi lavorerà nella sanità: mi aspetto dunque precisione e cura nell’esporre e riportare le informazioni;
è un’edizione molto recente: il libro è stato infatti pubblicato nel maggio 2021.
Vediamo come, invece, in questo manuale non c’è cura e le informazioni riportate non sono recenti e non sono corrette.
I paragrafi incriminati e smontarli pezzo per pezzo
Si trovano nelle pagine dedicate alla prevenzione HIV.
Paragrafo 1
Per quanto riguarda la trasmissione per via sessuale, la prevenzione si basa principalmente sull'educazione sessuale dei giovani, finalizzata alla riduzione della promiscuità sessuale e all'uso del preservativo durante i rapporti occasionali. Costituiscono un' importante strategia la promozione del test sierologico e il counseling volontario da effettuare gratuitamente presso le strutture sanitarie pubbliche in anonimato.
Molto buono citare la promozione del test, ma perché non viene menzionata la PrEP? Davvero nel 2021 questi tre professori non conoscevano il farmaco che protegge dall’HIV prendendo una compressa prima e dopo aver fatto sesso?
Inoltre: cosa mi significa riduzione della promiscuità sessuale? Quando inizio a essere promiscuo? Se faccio sesso con sei persone l’anno sono promiscuo? Se riduco a due, non sono più promiscuo? Ma che senso ha?
Giustissimo basare la prevenzione sull’educazione sessuale dei giovani, ma non basta: in Italia nel 2021 le persone con età maggiore di 40 anni avevano la più alta percentuale di diagnosi tardive di HIV.
E ancora: perché non viene nominata la partner notification e il piacere di fare sesso con consapevolezza?
Paragrafo 2
Nonostante la più importante strategia per ridurre il rischio occupazionale di trasmissione dell’HIV sia prevenire l’esposizione, è possibile ridurre il rischio di infezione anche dopo il contagio. In particolare, esistono linee guida per il management degli operatori sanitari contagiati e per l'eventuale chemioprofilassi post-esposizione con farmaci antiretro-virali (profilassi post-esposizione) che riducono considerevolmente il rischio di infezione.
Qui il riferimento è alla PEP/PPE, la profilassi post-esposizione appunto: un farmaco d’emergenza da assumere entro 48 ore dopo l’esposizione a un rischio HIV per evitare che il virus si riproduca nell’organismo.
A differenza di quello che dice il librone, la PEP però non è rivolta solo a operatorə sanitarə, ma a chiunque si sia espostə a un rischio HIV. Sottolineo espostə e non contagiatə.
L’unico modo per sapere se abbiamo contratto l’HIV è infatti fare un test. Anche se facessimo un test NAT (nucleic acid test) - che cerca il virus nel sangue e non gli anticorpi - ci vorrebbero comunque 10-30 giorni prima che il test sia in grado di rivelare l’infezione. E a questo punto le 48 ore per assumere la PEP sarebbero belle che passate.
Se abbiamo avuto un rapporto a rischio HIV è importante richiedere la PEP in un pronto soccorso di un ospedale che abbia un reparto di malattie infettive, a prescindere che abbiamo fatto un test HIV. Sarà poi l’infettivologə a valutare come procedere.
Come riportato a pagina 154 delle ultime Linee Guida Italiane HIV (2017) la PEP è raccomandata nei seguenti casi di rischio HIV:
Per esposizione professionale
Puntura con ago usato in vena o arteria;
Lesione profonda con ago non usato in vena o arteria, o tagliente solido, visibilmente contaminati da sangue;
Contaminazione congiuntivale con sangue o liquido;
Esposizione a materiale a elevata concentrazione virale con qualsiasi modalità.
Ma anche per esposizione sessuale
Rapporto recettivo anale con o senza eiaculazione interna;
Rapporto recettivo vaginale con o senza eiaculazione interna, orale (fare una fellatio) con eiaculazione interna;
Rapporto insertivo anale o vaginale.
Le linee guida giustamente sottolineano che la PEP è raccomandata solo se lə partner sessuale (o lə paziente nel caso delle operatorə sanitarə):
è HIV+ con viremia rilevabile;
è HIV non noto, in attesa del risultato;
è HIV negativə, ma con storia o patologia in atto indicative di esposizione a rischio molto recente (epatite virale acuta, IST, endocardite del cuore destro);
si rifiuta sottoporsi a test.
Questo perché le persone con HIV che seguono la terapia e hanno carica virale non rilevabile non trasmettono il virus. (Questo punto lo approfondiamo nel prossimo paragrafo).
La PEP evita che HIV si replichi nell’organismo;
se lə partner/paziente è HIV non rivelabile, è impossibile che HIV sia entrata nel nostro organismo;
dunque la PEP non ci serve.
La PEP ci serve solo se abbiamo avuto un rapporto a rischio con una persona della quale non conosciamo lo stato sierologico.
Come vedi nell’ultima parte della scheda la PEP non è consigliata
nel rapporto orale vaginale (cunnilingus) sia fatto che ricevuto;
per persone che ricevono la fellatio (pompino), con o senza eiaculazione interna.
Ne consegue che questi non sono rapporti a rischio HIV o che il rischio è talmente irrisorio che non vale la pena accedere alla PEP. Insomma, per quanto riguarda HIV possiamo succhiare peni e vagine in tranquillità (ma il sesso orale rimane a rischio per le altre infezioni, che sono curabili).
Se invece ci piace ingoiare lo sperma, potremmo valutare di prenotare in un centro per iniziare la PrEP e proteggerci dall’HIV.
Paragrafo 3
E per concludere in bellezza:
Dalla sua introduzione nel 1996, la terapia HAARI, ovvero Highly Active Antiretroviral Iherapy ("terapia antiretrovirale altamente attiva"), è stata di grande beneficio per molti individui affetti da HIV. Essa consente la stabilizzazione dei sintomi e di avere una viremia negativa nel paziente riducendo il rischio di contagio.
Arrivato a questo punto l’avrai già capito: quel ridurre il rischio di contagio è proprio una bugia. La terapia azzera il rischio di trasmissione.
Grazie alla terapia infatti la carica virale del virus si azzera, diventa non rilevabile e dunque non trasmissibile. In gergo si dice U=U, Undetectable = Untrasmittable (Non rilevabile = Non trasmissibile).
In Italia - e siamo arrivati comunque tardi rispetto ad altri Paesi - la Conferenza Italiana di Consenso su U=U è del 2019. A pagina 11 del documento finale è scritto chiaramente che:
Il rischio di trasmettere HIV, attraverso rapporti sessuali senza profilattico da un partner HIV-positivo in terapia antiretrovirale con viremia stabilmente soppressa è uguale a zero (rischio assente)
Come cazzo è possibile
Il nostro librone è del 2021: i documenti che ho citato sono uno del 2017 e uno del 2019. Come cazzo è possibile che i nostri tre professori ne fossero ignari?
Come cazzo è possibile che sono riuscito a reperli io usando Google dalla tassa del cesso e loro no?
Come cazzo è possibile che non lo sapessero o non abbiano pensato d’inserire quelle informazioni in un libro sulla sanità pubblica?
Se tutte le persone che vivono con HIV lo sapessero (attraverso il test HIV), potrebbero iniziare la terapia, diventare non rilevabili e fermare la catena dei contagi.
La Terapia come prevenzione (TasP) è salute pubblica!
La PrEP e la PEP sono salute pubblica!
Secondo me è andata così: hanno copia incollato la sezione prevenzione HIV della precedente edizione del 2011, modificato qui e là senza aver la cura, la volontà e la sensibilità di aggiornarla per davvero.
Ma non mi stupisce. Dove vogliamo andare se pochi giorni fa Roberta Siliquini, presidente della Società Italiana d’Igiene di cui gli autori fanno parte, esponendo le sue più giuste preoccupazioni sulle difficoltà a non trovare le coperture finanziarie per il piano vaccinale, si è lasciare andare un
scarsa o nulla importanza spesso viene data alla educazione sanitaria verso stili di vita salubri.
Prima di volerci educare a una vita salubre - ma cazzo siamo: una palude? -, forniteci informazioni puntali e aggiornate e dateci gratuitamente tutti gli strumenti di prevenzione.
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Domenica 3 settembre a Collegno (TO) test HIV gratuito
Dove fare i test HIV / Infezioni sessualmente trasmissibili (IST)
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Non sono per niente d’accordo col video, ma contiene tantissime informazioni interessanti.
È assurdo come l'ignoranza e il bigottismo si perpetuino a causa delle persone che dovrebbero essere le più infornate sull'argomento.
E dare giudizi morali sui comportamenti sessuali da tenere o non tenere, citando parole come "promiscuo" o "comportamenti poco salubri" (!!!) è aberrante.