La settimana prossima la newsletter non esce. Sono a Varsavia per la Conferenza Europea AIDS (EACS).
Quali sono i valori che dovrebbero guidare la prevenzione? Per chi è la PrEP? Come possiamo rapportarci con le persone che vogliono iniziarla?
Queste sono le domande a cui abbiamo provato a rispondere nel mio corso di formazione per lə futurə volontariə di Plus, un’associazione di Bologna (e Roma) che ha uno sportello PrEP e offre test HIV/sifilide gratuiti e anonimi.
Uso il noi perché l’approccio di Plus è quello che piace a me, e spero piaccia anche a te: membri di una comunità (nel nostro caso quella LGBT+ sierocoinvolta) che insieme progettano e gestiscono in maniera attiva servizi di prevenzione specifici per la propria comunità, in un contesto informale, non giudicante ed extra ospedaliero.
Il principio è quello della peer education: solo chi fa parte di una comunità può conoscerne il linguaggio, i bisogni e le dinamiche. Solo ləi possiede gli strumenti per far si che la sua comunità si prenda cura della sua salute sessuale.
Questo metodo si chiama community-based ed è ormai riconosciuto come efficace in tutta Europa.
Ho voluto iniziare il corso dalle basi, trovando insieme allə partecipanti i princìpi/valori che - come una bussola - dovrebbero orientare il nostro approccio alla pari.
Ne abbiamo trovati 9, ma sono potenzialmente infiniti:
1 Conosci te stessə
Perché facciamo attivismo? Quali sono i nostri punti forti/deboli? Quali paletti vogliamo mettere nella relazione con le persone che verranno da noi? Ogni risposta è valida, ma conoscerla ci aiuta a lavorare meglio.
2 La libertà dell'altrə
Dovremmo far si che l’utente aderisca alla sua idea di libertà sessuale e trovi le sue specifiche modalità per prendersi cura della sua salute. Tutte cose che potrebbero non coincidere con la nostra idea di libertà e di cura.
3 Non giudicare
Anzi, non far trasparire i giudizi. Avere preconcetti e opinioni è umano, ma non siamo qui per fare lə poliziottə della vita sessuale. Il giudizio allontana lə utenti.
4 Essere sul pezzo
Conoscere le ultime novità della prevenzione (DoxyPEP, Cabotegravir ecc) e i servizi sul territorio/online ci permette di informare in maniera adeguata lə utenti.
5 Fare rete
Impariamo a chiedere aiuto a chi ne sa più di noi e facciamo un lavoro di squadra, a seconda della nostra predisposizione.
6 Le nostre storie
Mettiamo in gioco le nostre vite, che non sono un esempio, ma un suggerimento. Fanno sentire lə utenti meno solə perché persone simili si sono trovate (più o meno) nella stessa situazione e la nostra storia può essere spunto per scoprire una prospettiva diversa.
7 La pazienza
Sentiremo storie ed espressioni di tutti i tipi. Rimbocchiamoci le maniche e armiamoci di pazienza: se aggrediamo, non risolviamo nulla. Non screditiamo le domande e le affermazioni delle persone solo perché ci sembrano sciocche.
8 “la cattiveria”
Quando la pazienza non basta, diamoci il diritto tra volontarə di creare uno spazio sicuro dove fare battute scorrette e usare la cattiveria come valvola di sfogo a situazioni che non sempre riusciamo a reggere (su questo punto magari ci farò un post dedicato ché mi rendo conto possa essere controverso).
9 Ma soprattutto, perdoniamoci
Perché siamo esseri umani, perché la perfezione è esistita una sola volta e si chiama Raffaella, perché per ogni volta che sbagliamo ci sarà sempre una volta che invece abbiamo fatto la differenza.
La sessione è proseguita leggendo la determina AIFA sulla rimborsabilità della PrEP per trovare le eventuali criticità (spoiler: ci sono!) e ho concluso riportando storie vere di persone che ho incontrato che volevano iniziare la PrEP: divisə in gruppo abbiamo provato a capire quale potesse essere l’approccio migliore e le risposte più adeguate a seconda della singola persona.
Come sempre i commenti e la mail sono aperti per ogni domanda💙
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